Si trova in carcere a disposizione dell’ autorità giudiziaria il bosniaco 29enne arrestato per maltrattamenti in famiglia e minacce aggravate. Ancora una triste vicenda consumata tra le mura domestiche, alla quale è stata scritta la parola fine, solo grazie alla determinazione della donna, in questo case moglie, vittima delle aggressioni. Lui, il bosniaco pregiudicato, aveva perso il lavoro e aveva cominciato a bere e a maltrattare i suoi famigliari, fino a che all’ ennesimo violento episodio è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Sovere. Martedì 27 gennaio l’uomo residente a Sovere con la moglie 23enne, anch’essa bosniaca, e con una figlia di 4 anni, è rientrato a casa ubriaco e ha iniziato a litigare con la moglie. Ad un certo punto di ritorno dalla cucina, puntava alla gola della figlioletta un coltello con la lama lunga 30 centimetri. Momenti concitati accompagnati da una serie di urla della giovane mamma impotente di fronte a tanta violenza. A quel punto l’ aggressore si avventava sulla propria compagna picchiandola selvaggiamente con calci e pugni, soprattutto al viso, tanto che alla poveretta dopo gli accertamenti medici all’ ospedale di Lovere venivano diagnosticati 15 giorni di prognosi. La mattina successiva ai fatti il 29enne se la prendeva con la suocera, che dopo essersi recata presso l’ abitazione della figlia per controllare la situazione, finiva per essere malmenata. E’ a quel punto che la 23enne preso coraggio, decideva di denunciare il marito, ma non il giorno stesso in quanto l’uomo le aveva sottratto i documenti. Così giovedì 29, si è nuovamente rivolta ai carabinieri di Sovere che intervenivano. Il 29enne messo alle strette confessava anche di avere rubato i documenti della moglie, facendo scattare le manette ai polsi.
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