Anche Regione Lombardia sta lavorando al riordino delle autonomie e il governatore Roberto Maroni ha lanciato la sua battaglia: opporsi all’ipotesi di fare tornare le Regione a quello che erano prima del 1970 quando erano enti amministrativi che non facevano le leggi e si limitavano a dare attuazione alle decisioni del Governo centrale. Un’ipotesi che secondo Maroni sarebbe contemplata nell’attule disegno di riforma delle autonomie che prevederebbe di lasciare i Comuni, creare le Città metropolitane e cancellare le Province e riportare le Regioni al passato secondo un disegno neo centrista che andrebbe nella direzione opposta a quella auspicata dalla Regione Lombardia che punta invece ad acquisire sempre maggiore autonomia in termini legislativi e fiscali.
ORA LE AREE VASTE
Per quanto riguarda le province che attualmente si trovano in una sorta di limbo essendo destinate alla cancellazione, Maroni la sua proposta l’ha fatta: la divisione del territorio lombardo in aree omogenee: la pianura, le città metropolitane e l’area montana. Un disegno pensato per il dopo province che vedrebbe valli alpine come le nostre venire accorpate alla provincia di Sondrio già riconosciuta come provincia montana e che seguirebbe un po’ la via indicata anche dalla bozza di riforma sanitaria che segue il principio di accorpamento delle aree simili per esigenze e necessità. “L’obiettivo è dare ai cittadini i migliori servizi possibili al minor costo possibile e questa è la strada.” Questo il commento del parlamentare camuno Davide Caparini. “La Valle Camonica ha molte più cose in comune con la Valtellina piuttosto che con la bassa bresciana. E’ la conseguenza inevitabile della riforma Del Rio.”
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