Un bambino libero e felice nella Firenze dei primi anni 30, poi svuotato dei suoi diritti civili, privato della sua dignità, infine strappato alla sua famiglia, completamente sterminata, e internato nel campo di Auschwitz, dove è assegnato alla “rampa” con il compito di segnalare altri bambini, della sua stessa età, destinati agli esperimenti di Josef Mengele, il carnefice dei gemelli. E’ la storia terribile dell’ebreo italiano Nedo Fiano, la storia di un bambino che diventa uomo fra un campo di sterminio e l’altro, fino alla liberazione che, per lui, avviene a Buchenwald, nell’aprile del 1945. La storia che Nedo Fiano ha scritto nel suggestivo romanzo biografico “Il coraggio di vivere” che l’attore Emanuele Turelli ha trasformato in uno spettacolo per dare voce a quelle parole di dolore affinchè vengano conosciute ed ascoltate dalle nuove generazioni. Per questo lo spettacolo, in occasione della Giornata della Memoria, viene rappresentato nelle scuole e questo martedì ha fatto tappa all’Istituto Comprensivo Darfo 2. L’inchiesta “Il coraggio di vivere” prende scrupoloso spunto dal romanzo e lo trasforma in un monologo liberamente tratto dalle pagine scritte da Fiano. Emenuele Turelli le racconta con uno stile semplice, a tratti teatrale, con il contributo di filmati di grande effetto emotivo, non senza immagini drammatiche. I filmati scandiscono gli eventi cardine della vicenda: l’ascesa delle dittature in Europa, il drammatico viaggio in treno da Fossoli a Auschwitz, la vita nel campo di sterminio più crudo dell’olocausto, la liberazione e l’omaggio, con immagini reali, ai 6 milioni di vittime della follia nazista. Alla fine Turelli racconta il ritorno alla vita “normale” dei sopravvissuti e il messaggio di amore che viene dall’avere vissuto sulla propria pelle una delle espressioni più profonde dell’odio.
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