Dopo essersi astenuti dal votare la bozza del testo di riforma della sanità lombarda, l’assessore bresciano del Nuovo Centrodestra Mauro Parolini propone la sua controproposta che prevederebbe l’accorpamento dell’Asl della Valle Camonica e del Sebino, non come la Regione propone, ad un’azienda sanitaria della montagna, che secondo l’assessore sarebbe un’invenzione geopolitica che non risponde alle esigenze dei cittadini, ma a Brescia. Una proposta che parte dal presupposto che i comuni della Valle Camonica gravitano attorno a Brescia e non a Sondrio e quindi appare più naturale, secondo Parolini, “unire le due aziende sanitarie Brescia e la Valcamonica in un unico soggetto sfruttandone le economie senza stravolgere le esigenze del territorio.”
CAPARINI: “COME UNIRE SALE CON LO ZUCCHERO”
La discussione è quindi ancora aperta in Regione, ma i camuni sembrano invece sentirsi più vicini alle valli limitrofe piuttosto che alla città. “La Valle Camonica deve essere unita ad un’area omogenea come la Valtellina e non ad una sanità con diverse logiche come quelle di città.” Così il deputato camuno Davide Caparini replica alla proposta avanzata dall’Assessore regionale bresciano Mauro Parolini. Una proposta che secondo l’esponente del Carroccio equivale ad unire “il sale con lo zucchero”, nel senso che “la sanità di montagna ha logiche ed esigenze completamente diverse rispetto a quelle cittadine e la Valle Camonica trova per questo molte più affinità con altre aree montane e valli limitrofe, come ad esempio la Valtellina. Per questo la bozza del testo di riforma regionale ha già individuato questo accorpamento, salvaguardando l’identità dell’Asl camuno sebina rispetto all’Azienda Sanitaria Valtellinese, e soprattutto, salvaguardando la sanità di montagna.”
IL NODO DI LOVERE
La riforma della sanità lombarda, così come attualmente descritta nei documenti di lavoro ed in alcuni allegati al progetto generale, pare non prendere in considerazione una realtà specifica del territorio dell’alto Sebino bergamasco che fa capo al Distretto sanitario di Lovere con l’Ospedale Gerosa e Capitanio. Nelle tre ipotesi di riorganizzazione della provincia bergamasca, come è dato di leggere dai documenti fin qui prodotti, Lovere avrebbe un futuro legato all’Asl della Montagna. Per questa ragione, la Conferenza dei sindaci del territorio del Distretto, in rappresentanza dei loro 10 comuni, riunitasi presso la sede istituzionale della Comunità Montana dei laghi bergamaschi giovedì 15 gennaio, ha affrontato il problema. Dall’incontro dei 10 sindaci è nata quindi una proposta operativa immediata per fare chiarezza sul futuro del distretto sanitario che ha Lovere ed il suo ospedale al centro.
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