Addio alla “vecchia” corrispondenza tra province in senso di confini geografici e province intese come enti. Per sfatare questo parallelismo, il prima passo sarà abolire il termine Province con cui ancora vengono chiamate anche dopo la trasformazione in enti di secondo livello. E per questo in Senato c’è stato il via libera e ora si attende l’esame della riforma alla Camera; un iter che si dovrebbe concludere nel 2016. In vista della loro totale abolizione, la Regione Lombardia sta pensando a come riorganizzare il territorio e il governatore Roberto Maroni lancia la sua proposta: dividere il territorio in 3 aree vaste: un’area montana, un’area metropolitana e l’area agricola e di pianura. Questo vuol dire che si potrebbe concretizzare l’ipotesi già sostenuta in passato dalla Lega Nord, di unire i territori montani come Brescia, Bergamo e Sondrio e altre province, dando vita ad un’area omogenea alpina. Tutto questo sarà oggetto di discussione nei mesi a venire in consiglio regionale per modificare la legge di riforma del sistema delle autonomie approvata in giunta il 30 dicembre. Il testo che ridefinisce le deleghe, conferendo alla Regione agricoltura e caccia e affidando le altre deleghe alle province, ora dovrà ridefinire anche i confini territoriali per disegnare aree omogenee che superano i confini delle province, il cui destino secondo l’obiettivo originario anche della Legge Delrio, era quello di essere abolite e i tagli del governo a questi enti ne sono una testimonianza.
OBIETTIVO: USCIRE DAI VECCHI CONFINI
Un disegno, quello ipotizzata da Maroni, che per questo non piace al presidente della Provincia di Brescia Pier Luigi Mottinelli che parla di un tentativo di rompere il fronte che si è creato fra comuni e il nuovo Broletto a maggioranza PD. Altre preoccupazioni sono state esternate in Regione ad esempio dall’assessore bresciano del Nuovo Centro Destra Mauro Paroli che ha sottolineato l’importanza di salvaguardare le identità locali. L’esigenza “di uscire dai vecchi confini” che uniscono la Valle Camonica ad aree come la città di Brescia o come il Garda che poco hanno in comune tra di loro, era stata più volte ribadita in passato anche dal deputato camuno Davide Caparini che torna quindi a sottolineare l’importanza di gestire in modo omogeneo aree simili dal punto di vista territoriale, con problemi, esigenze e risorse simili. La Valle Camonica ad esempio potrebbe trarre più benefici dal confronto e dall’unione con altre valli simili come appunto la Valtellina ad esempio.
IL SUPERAMENTO DELLE PROVINCE
In questi mesi, da quanto le province sono state trasformate in enti di secondo livelli, i nuovi presidenti con l’UPI, hanno più volte incontrato la Regione e rivolto un appello al Governo, perché venissero messi nelle condizioni di erogare le funzioni e di chiudere i bilanci. Ma le risorse non ci sono e le province non sanno come chiudere i bilanci. In più lo Stato ora intende anche tagliare del 50% i dipendenti delle province. E la Regione e i comuni non possono accollarsi nuovo personale. Una possibile soluzione a questo “pasticcio” come lo aveva definito lo stesso Maroni, potrebbe quindi essere individuato in questa nuova riorganizzazione territoriale. Nel frattempo Maroni ha convocato per la prossima settimana l’Osservatorio regionale per l’attuazione della legge Delrio per venire incontro alle criticità, che sono state evidenziate dal presidente dell’Unione Province Lombarde e trovare una soluzione ad esempio sui lavoratori in mobilità.
dal giornale online: Più Valli TV – News
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