Aveva una sola pinna e non aveva le bombole Fabio Bozzato, il 54 anni originario di Chioggia residente a Bergamo, amico di Lorenzo Canin e compagni di immersione subacquea nella mattina di sabato 3 gennaio, quando riemerge dal lago intorno alle 10.30 e raggiunge la riva di Tavernola all’altezza dalla caserma dei carabinieri per chiedere aiuto. L’altra pinna era riuscito a togliersela, insieme allo scarponcino che completa la muta, e a liberarsi dalla rete in cui anche lui era rimasto impigliato a circa 32 metri di profondità insieme a Lorenzo. Nonostante il tempestivo intervento dei volontari del nucleo sub di Monte Isola, per Lorenzo non c’è stato più nulla da fare. Il suo corpo senza vita è stato recuperato attorno alle 16.30 dello stesso giorno. Fabio Bozzato è stato sottoposto a terapia intensiva in camera iperbarica a Bergamo: per aiutare l’amico impigliato nella rete clandestina posizionata a zig-zag nel lago tra Tavernola e Monte Isola gli aveva lanciato le sue bombole ed era risalito velocemente in apnea. Manovra pericolosissima per la quale Bozzato ha rischiato grosso, ma ha tentato il tutto per tutto per salvare Lorenzo. La rete abusiva, non segnalata, è stata ripescata domenica 4 gennaio poco dopo le 13.00 dai sub di Monte Isola e con Luca Pagani, tecnico nazionale subacqueo di UST, amico personale di Lorenzo Canini. Si tratta di una rete da 32 millimetri del «tencaro» lungo 60 metri e alto poco più di uno. Normalmente le reti clandestine sono fissate alla riva con una corda, oppure a un punto ben preciso noto però soltanto a chi le ha posizionate e non sono segnalate, quindi rappresentano un reale pericolo. I pescatori professionisti, invece, segnalano sempre la presenza delle loro reti con un gavitello che galleggia e che riporta un segnalino giallo di 15 centimetri di diametro con la sigla che attesta la provincia di provenienza del pescatore. Intanto si è appreso che i Carabinieri starebbero concentrando le indagini su due pescatori, un giovane sui vent’anni ed un uomo sui 50, che sarebbero stati visti su una barca bianca con fasce marrone nello specchio d’acqua di fronte a Tavernola mentre stavano calando reti in acqua. Al valgio degli inquirenti vi è anche al testimonianza suffragata da foto da parte di un pescatore cannista che sarebbe stato minacciato nel 2012 da due pescatori che stavano calando reti e che lui aveva fotografato. Il Pm Letizia Ruggeri, titolare dell’inchiesta sulla morte di Lorenzo Canini, per ora ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. Per quanto riguarda invece una possibile sanzione amministrativa per pesca di frodo, non valgono le denunce possibili fatte da privati: serve, infatti, un atto di polizia con relativo verbale di notifica agli interessati.
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