
Il giudice Ilaria Sanesi ha convalidato l’arresto per stalking di Luigi Minerva e ha disposto i domiciliari. La misura sarebbe necessaria in quanto gli episodi contestati sarebbero gli ultimi di una serie e per questo ci sarebbe il pericolo di altre lettere e mail minatorie e appostamenti. L’ex sindaco di Sovere, a processo questo giovedì mattina per direttissima dopo l’arresto in flagranza di questo mercoledì, ha parlato mezz’ora rispondendo alle domande del giudice e del pm Gianluigi Dettori ai quali l’ex primo cittadino ha dovuto spiegare come mai questo mercoledì, quando è stato richiesto l’intervento dei carabinieri di Sovere, si trovava nei pressi di una delle quattro persone che anni fa lo avevano denunciato per stalking e a cui ora Minerva doveva anche risarcire i danni. L’uomo infatti è stato arrestato dai carabinieri fuori dal posto di lavoro della moglie del dirigente della Comunità Montana dell’Alto Sebino con il quale Minerva aveva avuto rapporti istituzionali quando era primo cittadino di Sovere e prima che lui, la moglie, l’avvocato del dirigente e la moglie del legale, lo denunciassero per stalking. Tensioni che sarebbero aumentate con la richiesta di risarcimento danni. L’amministratore bergamasco avrebbe spiegato di non essere un uomo violento e avrebbe ammesso di aver più volte cercato di avvicinare sia la moglie del dirigente della comunità montana dell’Alto Sebino con cui ha dissidi da 15 anni, che la moglie del loro avvocato. Lo avrebbe fatto perché era convinto che, parlando con le donne, sarebbe riuscito a mettere fine ai contrasti.
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