Fu un grande avamposto militare sulla mulattiera per il Passo di Campo e a difesa del lago d’Arno dal 1915, quando venne costruita; venne spazzata via da una valanga il 3 aprile 1916 che fece anche 89 vittime tra gli oltre 200 alpini acquartierati, venne quasi subito ricostruita e, dopo la guerra, definitivamente abbandonata, saccheggiata e lasciata al suo drammatico degrado. Grazie al grido d’allarme lanciato dallo storico cevese Andrea Belotti, è nato un Comitato Caserma Campellio che ha saputo raccogliere l’adesione di ben 19 realtà tra cui Comunità Montana, Parco dell’Adamello, Museo della Guerra bianca, Comuni, Alpini, Protezione Civile ANA, Enel, Vallecamonica Servizi, Consorzio forestale alta Vallecamonica, Soprintendenza ai beni paesaggistici, Istituto Olivelli Putelli di Darfo, tre diverse imprese di movimento terra, ed Elimast trasporti aerei, Porloco Valsaviore. Il primo campo di lavoro si è concluso alla fine di settembre con un sopralluogo di tutti i soggetti partecipanti e con un bilancio finale molto soddisfacente.
STUDENTI E ALPINI INSIEME
Chiuso il cantiere e fissati alcuni punti fondamentali per la primavera 2017, gli Alpini hanno proceduto con la cerimonia dell’ammaina bandiera, che ha sventolato per l’intero periodo del campo di lavoro alla Centrale Campellio. La commozione che ha colto tutti in un momento così solenne ha rafforzato la decisione di tornare il prima possibile per onorare questo luogo sacro alla memoria ed alla Patria.

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